In età preromana, i Sanniti spostavano stagionalmente le proprie greggi sugli antichi percorsi di erba battuta in cerca di pascoli più adatti alla produzione; tale consuetudine fu acquisita e rafforzata dai romani i quali conservarono la transumanza orizzontale sul Tratturo Pescasseroli – Candela e il movimento verticale di prossimità che portava all’area montana del Matese. Nelle adiacenze dei tracciati viari sorgevano taverne di sosta, dogane, centri di controllo posti per riscuotere i tributi e per proteggere il passaggio di armenti, prodotti e genti. A Porta Bojano, un prezioso documento epigrafico del II secolo d.C. è inciso sul piedritto destro della struttura. Prima di accedere all’interno delle mura, il rescritto imperiale ricorda la controversia avvenuta tra le autorità di Saepinum e Bovianum con i conduttori delle greggi imperiali che, transitando sul tratturo, lamentavano soprusi e sottrazioni di bestiame. Un ammonimento riportante l’intervento dei prefetti del pretorio e la diffida dei magistrati delle due città, utile affinché fossero rispettate le corrette procedure nelle pratiche armentizie.