L’acqua attraverso la città

Con l’elezione a rango di municipium inizia una fase di grande fervore edilizio sul preesistente insediamento sannitico al quale sono conferite forme urbiche e monumentali. Per garantire l’approvvigionamento idrico si sceglie di sfruttare il deflusso naturale delle acque causato dal tenue declivio del terreno; su questo orientamento si imposta il Foro, la grande piazza lastricata dalla forma trapezoidale delimitata da due canalette di scolo poste sui lati est e sud affinché, assecondando la lieve pendenza della superficie, le acque piovane fossero convogliate nella grande fognatura sottostante la pavimentazione. Poco distanti dall’innesto con la conduttura, lungo il lato nord orientale del Decumano, non a caso troviamo il quartiere industriale, le terme pubbliche, la splendida Fontana del Grifo con il chiusino in pietra e il Mulino, una struttura composta da una fossa rettangolare nella quale era collocata una ruota idraulica manovrata mediante il getto d’acqua. Un sistema di piccole chiuse con guide in pietra determinava la pressione necessaria al movimento delle mole disposte nel vano alle spalle della fossa, che producevano energia utilizzabile per funzioni e scopi diversi.