Mefite da San Pietro di Cantoni

La stipe votiva del santuario italico di San Pietro in Cantoni (Parco archeologico di Sepino) ha restituito straordinari oggetti legati al culto, tra cui ceramiche, gioielli preziosi e una straordinaria statuetta in bronzo. La statuetta, databile al III sec. a.C., rappresenta una figura femminile giovane dai tratti classici ed eleganti. La postura del corpo e la sua leggera rotazione sono un riflesso della grande statuaria greco-ellenistica, alla quale l’oggetto si ispira. L’abbigliamento è estremamente raffinato: indossa un chitone con scollatura a “V”, fermato da una fibbia sulla spalla destra e stretto sotto il seno da una cintura; un himation avvolge diagonalmente il busto dalla spalla sinistra fino alla gamba destra, valorizzando le forme del corpo; l’acconciatura dei capelli è legata con uno “chignon”. Il braccio destro si posa sull’anca, mentre il sinistro è proteso in avanti e sorregge un’anatra migratrice, simbolo dell’alternarsi delle stagioni ed elemento di congiunzione tra terra e cielo. Sulla base bronzea della statuetta è incisa un’iscrizione in lingua osca, una dedica alla divinità: “trebis: dekkiis: ups(e)d: ded(e)d: de(ì)vaì braateìs: datas:” (Trebio Decio fece e donò alla dea per grazia ricevuta). Sebbene l’iscrizione non indichi il nome, è probabile che si tratti della dea Mefite, divinità delle sorgenti che favorisce la rigenerazione della vita, la procreazione, protegge i passaggi, favorisce gli scambi, accompagna gli uomini nelle stagioni della vita e li connette con il mondo divino.