Tra gli antichi paesaggi

Passeggiando nel Parco Archeologico di Sepino è possibile riconoscere tante specie arboree cresciute presso le case coloniche, tra i prati erbosi o attorno ai borghetti contadini. Sono alberi da frutto, piante ornamentali e da taglio nate in modo spontaneo tra le antiche strutture o volute dall’uomo per segnare confini, ricavare frutti e offrire frescura mentre le greggi erano al pascolo. Presenze silenziose che rappresentano l’ultima generazione arborea di paesaggi ereditati che, sostituendosi ed alternandosi nel tempo, hanno convissuto con le civiltà antiche. Le recenti ricerche archeobotaniche hanno permesso di individuare resti vegetali dai quali è possibile riconoscere pratiche d’impiego ed abitudini alimentari del passato. Le tracce organiche si riferiscono a piante da frutto (melo, pero e sorbo), alberi del bosco misto (faggio, carpino, castagno, noce, querce), specie ormai estinte come l’abete bianco e il tasso, piante cerealicole e legumi. I primi dati indicano una ricca varietà di specie vegetali presenti nei giardini delle domus, negli orti urbani o negli spazi lasciati incolti, ma la prosecuzione dello studio scientifico ci fornirà ulteriori dati sulle tipologie di alberi e piante che facevano parte del paesaggio antico.