Mefite, dea multiforme

Limpida, rigogliosa, energica, l’acqua sgorga dalle montagne matesine, scorre tra i boschi e come elemento della natura in perenne movimento, si manifesta, permea il terreno, cura e genera vita. Nella cultura italica la risorsa idrica è il simbolo sacro che accoglie la devozione dell’uomo e rivela le intercessioni divine di Mefite, dea dell’universo femminile capace di mostrare agli uomini quanto è nascosto. Come l’acqua, muta nella forma e nella forza, nutre e fornisce sostentamento. Le preghiere rivolte a colei che è nel mezzo, tra il cielo e la terra, si innalzano con il respiro degli alberi affinché siano protetti gli affetti domestici ed il lavoro agricolo, si favorisca la procreazione umana ed animale, ci sia sostegno nei passaggi della vita o nella transumanza degli armenti durante l’anno. Tra gli ex voto offerti nel santuario di San Pietro dei Cantoni, è stata ritrovata una splendida statuetta bronzea raffigurante Mefite, dono di Trebis Dekis. La dea ha le sembianze di una giovane donna e sorregge nella mano sinistra un’anatra migratrice, piccolo volatile simbolo dell’alternarsi delle stagioni e connettore tra la volta celeste e il mondo terreno, poiché capace di volare e vivere presso le dolci acque in cercadi ristoro. Come una sorgente generata dal ventre della terra, con il suo flusso vibrante Mefite manifesta la sua energia poliedrica e multiforme, accompagna gli uomini nelle stagioni della vita e offre la sua protezione divina a quanti si affidano a lei.