C’è un luogo a Sepino che racchiude le sequenze della storia, mostra il susseguirsi di esperienze ed esprime la bellezza del costruito e del reinventato. Questo luogo è il teatro romano che, a partire dal medioevo fino al secolo scorso, ha cambiato aspetto per ospitare scene di vita quotidiana e racconti contemporanei. Un piccolo borgo rurale composto di case, stalle e un cortile rustico sorto sulle strutture del complesso architettonico. Al fine di preservare queste testimonianze, dai primi interventi di restauro si è deciso di conservare le abitazioni presenti sulla scena e nella parte alta dell’emiciclo della cavea, poiché costituivano un contesto architettonico di grande suggestione in armonia con le mura più antiche. Molte delle unità abitative versavano in condizioni di degrado, altre erano ancora utilizzate ma il recupero organico degli ambienti ha consentito di dare nuovo valore agli spazi, ora destinati al racconto del territorio. Per ripristinare gli originari accessi monumentali della struttura teatrale si è scelto di demolire la casa contadina costruita all’interno del tetrapilo, mentre per far emergere le altre componenti antiche si è eliminato il grande interro centrale, dove era l’aia comune per polli e maiali, poiché copriva il proscenio, l’orchestra e parte della cavea con le sedute in pietra. Il teatro romano di Sepino è diventato così un complesso armonioso di grande suggestione, che rappresenta le sequenze della storia in un’unica esperienza scenica attraverso la quale possiamo ammirare lo spettacolo del tempo.